Chiesa di San Zeno

Tipologia Bene architettonico
[VUOTO]

Tipologia

Chiesa

Descrizione

Il toponimo Vendri deriva dal latino Vico Veneris (villaggio di Venere) in virtù del fatto che in questa zona nel I sec. d.C. venne edificato un tempio romano dedicato a Venere, che tra il IV ed il V sec. venne convertito, sfruttando le preesistenti strutture pagane, in edificio di culto cristiano.
Le fonti scritte tacciono fino all’844, anno in cui in un documento viene citata per la prima volta la chiesetta di S. Zeno in Vendri. Si tratta di una permuta di due terreni tra il diacono Audone, che nell’860 diverrà vescovo di Verona, e Gundino, prete e rettore dello xenodochio di S. Zeno in Vendri.
Gravemente danneggiata dai terremoti del 1117 e del 1183, la chiesetta venne ricostruita nel luogo attuale tra il XII ed il XIII sec. Un importante intervento di restauro, finanziato dalla nobile famiglia dei Giusti, risale alla prima metà del XVIII sec.
Risale al 2012 un organico intervento di restauro dell’intero bene.
Esternamente la chiesa si presenta con semplice facciata a capanna rivolta ad occidente. Campanile parzialmente inglobato nel fianco settentrionale della chiesa, all’altezza dell’intersezione tra aula e presbiterio. Planimetria ad unica aula rettangolare di modeste dimensioni con presbiterio absidato emergente rialzato di due gradini. La navatella è coperta da una volta a botte in cartongesso con unghie laterali; il catino absidale, realizzato in mattoni, è intonacato e tinteggiato verso l’intradosso. La pavimentazione è in pianelle di cotto. Copertura a due falde con struttura lignea portante e manto in coppi di laterizio. Le pareti interne sono ritmate da sottili lesene a sostegno di un’alta trabeazione modanata. Al centro della parete absidale è collocata una tela seicentesca raffigurante la "Madonna del Rosario con il Bambino in braccio, tra S. Zeno e S. Antonio da Padova".
[Tratto da Chiese Italiane]

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