Piazza Buccari di Montorio (Vr)

Tipologia Bene architettonico

Descrizione

Fino al tardo secolo XIX la piazza principale di Montorio era denominata Platea ad Ulmum, descritta nel “Campion delle strade” del 1589, situata davanti all’odierno oratorio di San Giuseppe dove c’era un enorme olmo. La si può notare in un bel disegno del 1687 conservato presso l’Archivio di Stato di Venezia.
Nel 1892, sotto l’amministrazione comunale del conte Giuseppe Rizzardi, sindaco di Montorio, prese forma l’idea di una nuova piazza dove avrebbero trovato la loro collocazione la nuova sede del Municipio, le scuole elementari e l’asilo infantile, il tutto riunito in un grande edificio. Fu così deliberato, dopo discussioni e contrasti politici, l’acquisto di un terreno di 4520 mq di proprietà Carlo Martinelli fu Gaetano. L’appezzamento, sul lato sinistro della strada che conduce a Verona e che allora correva rinserrata tra due alti muri, era delimitato a nord dalla fossetta Leona o fossa di S. Anna (ora intubata) che attraversava a cielo aperto la strada, mentre dall’altra parte, pressappoco al centro dell’attuale piazza, sorgeva un’antica casupola. Nel settembre di quell’anno fu abbattuto il muro di sinistra e venne dato l’inizio ai lavori del grande edificio progettato dall’ing. Giovanni Mosconi e costruito dall’impresa Vagliani Federico Carlo di Mantova. L’opera, costata 70.000 lire fu inaugurata il 14 marzo 1894. La piazza antistante, denominata Piazza del Municipio, divenne realtà e la domenica 8 aprile, in occasione del trasloco degli uffici comunali nella nuova sede, vi fu celebrata una grande festa popolare allietata dalla musica della banda comunale, da luminarie, cuccagna e molti altri divertimenti. Era una piazza molto più piccola rispetto all’attuale ma il suo allargamento venne attuato qualche decennio più tardi, dopo che la Via Olmo si arricchì di nuove abitazioni sia a nord che a sud della piazza.

E veniamo al secolo XX. La prima guerra mondiale era da poco terminata e in ogni paese venivano eretti monumenti ai soldati caduti per la patria; anche Montorio volle il suo. Fu quindi progettato l’allargamento della piazza di fronte al Municipio creando lo spazio per l’erezione del monumento; questo fu solennemente inaugurato il 2 ottobre 1921. Qualche giorno prima la piazza aveva cambiato il nome generico di Piazza del Municipio in quello nuovo di Piazza del Popolo.
Allargata la piazza, una parte del terreno rimanente fu lottizzata e la restante superficie fu utilizzata per costruire due case popolari (1923) progettate dall’ ingegnere comunale Giambattista Tobanelli.
La vita politica a Montorio in quegli anni era alquanto turbolenta: caduta la giunta Annechini nell’ottobre 1922, anche il nuovo sindaco Cesare Belviglieri, eletto nel marzo 1923, dopo pochi mesi rassegnò le dimissioni a causa di diatribe sorte tra fascisti e liberali. Il comune venne commissariato ed il Prefetto di Verona, nell’ottobre 1923, inviò il prof. rag. Domenico Predassi che per circa due anni resse l’amministrazione comunale portando a termine molte opere. Egli, nel febbraio 1924, vendette alla Società Progresso di Montorio un lotto tra le case popolari e la fossetta Leona, sul quale sorse nel 1925 un bar con gioco delle bocce (attuale Bar Clover).
Nel frattempo altri lotti fabbricabili venivano venduti ai sigg. Bernardocchi, Avanzi, Giarola e Maggia, cosicché quando furono poste in opera le rotaie del nuovo tram elettrico la piazza era pressoché ultimata.
Il 2 Maggio 1926 Montorio viveva un evento memorabile: l’arrivo del tram elettrico che la collegava a Verona con la linea n. 8 e la Piazza ne era il capolinea.
Intorno alla metà di febbraio del 1927 il locale podestà Ippolito Antonibon, con una delle sue ultime ordinanze, toglieva alla piazza quel nome che “sapeva troppo di socialismo” e lo adeguava alla nuova realtà mutandolo in quello più patriottico di Piazza Vittorio Veneto.
Nel mese successivo Montorio cessò di essere comune autonomo e passò sotto l’amministrazione della città di Verona.
Nel febbraio 1932 una revisione della toponomastica cittadina portò un nuovo cambiamento di nome alla nostra piazza: divenne Piazza Buccari in ricordo di un episodio della prima guerra mondiale, ideato e condotto da Gabriele D’Annunzio, che passò alla storia come la “beffa di Buccari”.
Il 12 febbraio 1952 il tram elettrico transitò per l’ultima volta in Piazza Buccari, sostituito dal più moderno autobus. La piazza rimase “capolinea” fino al 4 dicembre, giorno in cui esso fu portato sulla piazza del ponte Trivellin. Anche la pompa dell’acqua potabile sita vicino all’ingresso del lavatoio sulla Fossetta cessò in quell’anno il suo servizio, sostituita dall’acquedotto comunale inaugurato il 15 luglio.

Il 31 gennaio 1959 il Comune di Verona approvava il progetto di sistemazione della Piazza Buccari che prevedeva due aiuole, una fontana, la messa a dimora di numerose piante, lo spostamento a monte per alcuni metri del monumento ai caduti e una generale asfaltatura. I lavori iniziarono l’anno seguente e la spesa finale fu di lire 14.500.000. Il 25 giugno 1960 alle ore 21 il sindaco di Verona Giorgio Zanotto inaugurava la nuova piazza alla presenza di quasi duemila montoriesi.
Nel 1966 venne risolto il problema della Fossetta con la completa intubazione del corso d’acqua fino a Via Guerrina; i lavatoi furono smantellati e venne aperto un passaggio pedonale che collegò la piazza con Via Guerrina.
Nel 2001, l’amministrazione comunale, fortemente sollecitata dalla Circoscrizione Ottava, decideva di dare un nuovo volto a piazza Buccari: quello attuale.

© Luigi Alloro, 2001

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