Cippo romano di Montorio

Tipologia Bene archeologico
Data cronica
III-IV sec. dC
[VUOTO]

Descrizione

Si tratta in un cippo sepolcrale. Il masso di pietra è a forma di parallelepipedo, in pietra della Lessinia, caratterizzato da un’iscrizione latina ascrivibile all’epoca tardo imperiale, vale a dire tra il III ed il IV secolo dopo Cristo; in origine era posto davanti alla cosiddetta corte della decima o Maggia.
«È un’ara votiva», specifica Luigi Alloro, «che un tale Manio Cincio aveva per testamento ordinato di far erigere a ricordo di se, del padre Publio Cincio e della madre Calidia Seconda. Di questo cippo ne parlano storici antichi come Onofrio Panvinio nella metà del cinquecento nella sua opera Antiquitatum veronensium. E poi ancora Gian Girolamo Orti nella Memoria storica sul Castello di Montorio».
Il cippo venne alla luce nel luglio del 1908 quando l’allora sovrintende Alessandro Da Lisca diresse i lavori di recupero di moltissimi mosaici rinvenuti nelle ville romane che caratterizzavano la zona.

L’antica lapide, di proprietà del Comune di Verona, era stata prelevata dalla Soprintendenza nel 2004 poiché era collocata lungo il ciglio stradale, in una posizione non adeguata con il pericolo di essere danneggiata. Dopo il restauro, nel 2022 è stata riportata a Montorio e sistemata nel giardino adiacente alla biblioteca comunale.

L'incisione, tradotta, recita così:
"Manio Cincio figlio di Publio
ordinò per testamento che
[questo monumento] fosse fatto per sé,
per il padre Publio Cincio
e per la madre
Calidia Seconda".

Link esterni

Bibliografica